L’ Emicrania Cronica (EC) è un disordine neurologico funzionale caratterizzato da dolori e disabilità persistenti nel tempo. In quanto forma di Emicrania, è una condizione neurologica: L’Emicrania Cronica si caratterizza per una frequenza superiore ai 15 attacchi al mese per più di 3 mesi e almeno 8 di questi attacchi devono avere le caratteristiche specifiche dell’emicrania senza aura episodica. È dunque una forma distinta di Emicrania senza aura dove la cronicità non dipende da quanti anni una persona soffre di emicrania ma si stabilisce in base al numero di attacchi al mese e alle caratteristiche di questi attacchi. Le persone con emicrania cronica presentano indagini o immagini di laboratorio che evidenziano numerose anormalità metaboliche, anatomiche e funzionali, di cui quelle fondamentali sono due: alterazione persistente dei meccanismi interni di interpretazione e modulazione dell’esperienze sensoriali e dolorose, persistente ipereccitabilità e amplificazione di risposta delle cellule nervose a stimoli di ogni genere. L’emicrania cronica presenta la stessa sintomatologia dell’emicrania senz’aura episodica ma tutto è amplificato. In questi pazienti i dolori cervicali sono più frequenti e intensi e soprattutto compare il fenomeno dell’allodinia cutanea: stimoli che normalmente sono innocui diventano dolorosi. Ad esempio: toccarsi la cute o pettinarsi i capelli. I sintomi possono essere unilaterali o bilaterali ed avere qualità pulsante tipica oppure possono avere caratteristiche simili alla Cefalea di Tipo Tensivo, cioè sintomi di tipo gravativo (sensazione di peso in testa) o costrittivo (sensazione di morsa o cerchio stringente in testa). L’Emicrania cronica affligge circa l’2% della popolazione mondiale. A causa degli elevati livelli di disabilità e severità, una persona con emicrania cronica vede compromesse numerose attività come hobby, scuola, impegni sociali, familiari, può arrivare a perdere 3 mesi di lavoro e la sua produttività in generale può ridursi del 50%. Ogni anno circa il 6% delle persone con emicrania senz’aura episodica passa alla forma cronica. Fortunatamente una percentuale simile di persone regredisce dalla forma cronica a quella episodica. Infatti, la condizione è reversibile fino a quando i meccanismi neurologici lo permettono. Per questo motivo è fondamentale intervenire il prima possibile. Uno dei pericoli maggiori è rappresentato dalla prescrizione e dall’ impiego scorretto dei farmaci. Circa il 73% delle persone usa in modo eccessivo o incorretto i farmaci anti-emicrania. Questo è il principale fattore di rischio in grado di favorire il passaggio dalla forma episodica a quella cronica nonché l’insorgenza di una forma peculiare di Cefalea: la MOH Medication Overuse Headache cioè la Cefalea da sovrauso di medicinali. Per l’Emicrania Cronica, la sola riduzione e modificazione dei farmaci da assumere, comporta spesso un gran miglioramento della sintomatologia e frequenza degli attacchi. L’ Emicrania Cronica presenta numerose comorbidità o disordini associati che vanno indagati e su cui si deve intervenire con valutazioni multidisciplinari e opportuni trattamenti specifici: disturbi del sonno, ansia e depressione, disfunzioni gastrointenstinali e disturbi alimentari, dolori cervicali e temporo-mandibolari. I disordini e dolori cervicali sono spesso in comorbidità, cioè, sono co-presenti all’emicrania. È stato osservato che il 70%-90% delle persone con emicrania presenta problemi cervicali prima, durante o dopo gli attacchi. Purtroppo, questa verità viene spesso ignorata o considerata solo come “conseguenza”, cioè il dolore cervicale è solo un sintomo dell’emicrania stessa. Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè, il collo – e verificare il suo ruolo e la sua influenza sulla cefalea del paziente. In questo modo si perde una fondamentale occasione di miglioramento soprattutto perché recenti studi hanno dimostrato che in alcune persone con emicrania, la presenza di problemi cervicali rappresenta un fattore irritativo e provocativo per lo sviluppo o mantenimento della condizione neurologica. Esistono delle connessioni nervose peculiari tra i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale superiore e la testa, e i disordini cervicali sono in grado di stressare in modo eccessivo il sistema nervoso centrale e favorirne l’irritazione e l’ipersensibilizzazione. Significa che il sistema nervoso di una persona con emicrania, già per natura più sensibile, può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali. La conseguenza è che diventa più facile per il cervello interpretare in maniera esagerata o anomala ogni stimolo nuovo o successivo (anche se neutrale o innocuo) e innescare reazioni che producono l’esperienza dolorosa del mal di testa. I sintomi dell’emicrania sono la risposta di allarme e protezione del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona più in modo ottimale e un incendio si è acceso. E la causa “periferica” di questo incendio può essere un problema del rachide cervicale. Inoltre, i disordini cervicali possono produrre e riferire dolori e altri sintomi sulla testa, simulando delle vere e proprie emicranie o cefalee di tipo tensivo che possono essere mal interpretate e diagnosticate (soprattutto se non si eseguono test manuali sul paziente). Le forme di “probabile emicrania” – cioè, quelle in cui manca almeno un criterio diagnostico specifico – sono numerose e sotto-diagnosticate e possono in realtà essere forme di cefalea di origine cervicale in comorbidità (cefalea cervicogenica o cefalea miofasciale cervicale). Non solo, ma anche i disordini delle articolazioni e dei muscoli cranio-mandibolari possono avere lo stesso ruolo provocativo. Per questo motivo ogni persona che soffre di emicrania ha il diritto e deve ricevere un’accurata valutazione della funzionalità del rachide cervicale soprattutto quando lamenta dolori e rigidità del collo giorni prima degli attacchi di cefalea. Risolvere i disordini cervicali latenti e co-presenti può migliorare notevolmente l’andamento dell’emicrania e ridurre il rischio di cronicizzazione.