La cefalea cervicogenica è una forma di cefalea secondaria, cioè un mal di testa che si sviluppa a causa di un problema cervicale. E’ la cefalea secondaria più diffusa al mondo ed è caratterizzata da ridotta mobilità delle articolazioni cervicali, in particolare del rachide cervicale superiore (la zona compresa tra il cranio e le prime 3 vertebre cervicali), ipertonicità, decondizionamento o fatica dei muscoli del rachide cervicale e toracico, presenza di aree miofasciali iper-sensibili (trigger point area) all’interno di muscoli specifici, alterazioni del controllo neuro-motorio cervicale e toracico (cioè del modo in cui si attivano e si coordinano i muscoli). Nella cefalea cervicogenica viene generalmente coinvolta l’area suboccipitale dove ci sono le articolazioni delle prime 3 vertebre cervicali, ma anche i segmenti vertebrali inferiori possono contribuire al suo sviluppo e per questo motivo è una problematica di pertinenza squisitamente fisioterapica. Le cefalee secondarie sono tutte quelle forme di mal di testa che risultano da una causa identificabile come ad esempio: disordini funzionali dei muscoli o delle articolazioni del collo, traumi o interventi chirurgici del collo, della testa o della faccia, infezioni, disordini della mandibola o del cranio, patologie specifiche vascolari, neurologiche, ossee etc. I dolori del collo o del rachide cervicale sono al quarto posto nella classifica mondiale delle cause di disabilità funzionale e lavorativa. Questi dolori e disordini cervicali affliggono quasi ogni essere umano in diversi momenti della vita e sono una delle cause più comuni di richiesta di cure, di assenze lavorative, di aumento costi sociali e di altre conseguenze sociali importanti. Sebbene molti episodi possano risolversi anche spontaneamente, il 50% delle persone che hanno avuto un attacco acuto di dolore cervicale continueranno ad avere problemi e recidive. Oltre il 70% di persone con emicrania senz’aura e il 90% di coloro che soffrono di emicrania e cefalea di tipo tensivo croniche hanno anche dolori e problemi cervicali associati che peggiorano le condizioni. Le cause della cefalea cervicogenica sono principalmente di natura muscolo-scheletrica: traumi al collo o alla testa (per esempio colpo di frusta), posture prolungate associate a muscoli decondizionati, movimenti improvvisi e inconsueti del collo o della testa, gestualità lavorative o sport-specifiche iper-stressanti, squilibri tra le capacità di resistenza muscolare e le richieste di movimento quotidiane (anche se semplici). La cefalea cervicogenica rappresenta il 15-20% di tutti i mal di testa benigni ricorrenti, con una prevalenza che va dal 0.4% fino all’ 80% nei centri specializzati dove tale forma viene considerata e valutata. Il rapporto donne/uomini è 4:1, cioè le donne hanno 4 volte in più degli uomini la possibilità di essere vittime di questo problema. Il 50% delle cefalee post trauma cervicale (colpo di frusta) sono cefalee cervicogeniche. La cefalea cervicogenica presenta caratteristiche sintomatologiche comuni anche ad altre forme di cefalea e per questo motivo spesso viene confusa o completamente ignorata. I sintomi principali sono: dolore usualmente unilaterale che non cambia lato (e in questo assomiglia all’emicrania senz’aura per esempio), di tipo pressorio o trafittivo, raramente pulsante, il mal di testa ha uno sviluppo postero-anteriore cioè comincia dal collo o dall’area sub-occipitale o sotto-nucale e sale fino ad arrivare sul vertice della testa o sulle tempie o sull’occhio (area fronto-orbitaria), i sintomi sono provocati da movimenti del collo o posture prolungate che sovraccaricano e stressano in modo eccessivo i muscoli e le articolazioni del collo, i sintomi possono comparire la mattina e generalmente non si associano a fotobia o fonofobia come l’emicrania ma la nausea può essere clinicamente presente, le persone che soffrono di questo mal di testa hanno sintomi di intensità moderata e severa con andamento fluttuante e possono anche lamentare dolori e rigidità alle articolazioni temporo-mandibolari, può essere presente dolore che si diffonde alle spalle e al braccio fino alla mano. La cefalea cervicogenica è una condizione clinica facilmente diagnosticabile. Ci sono precisi test di diagnosi differenziale che permettono di inquadrare tale forma di cefalea separandola dall’emicrania e dalla cefalea di tipo tensivo con un’alta affidabilità e senza necessità di indagini di laboratorio specifiche. Questi test della durata di 15 minuti verificano subito: la mobilità delle articolazioni del rachide cervicale (soprattutto della zona sottonucale dove ci sono le articolazioni tra l’occipite, l’atlante, l’epistrofeo e la terza vertebra cervicale), la tonicità, la “dolorabilità” o l’ipersensibilità dei muscoli cranio-cervicali e cranio facciali, la capacità di coordinazione e resistenza dei muscoli del collo e del torace. I disordini e dolori cervicali sono spesso ignorati e considerati come sintomo di altre forme di cefalea primaria: per esempio dell’emicrania. Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè, il collo – e di verificare il suo ruolo e la sua influenza sul mal di testa sperimentato dal paziente. In questo modo si perde una potenziale e fondamentale occasione di miglioramento. Esistono delle connessioni neuro-anatomiche e neuro-funzionali peculiari tra il rachide cervicale superiore e la testa. I disordini cervicali sono in grado di iper-stressare, irritare e sensibilizzare il sistema nervoso centrale. Cosa significa? Significa che il tuo sistema nervoso può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali. La conseguenza è che gli stimoli interni e esterni che il cervello riceve vengono così interpretati in maniera esagerata o distorta, come se fossero tutti pericolosi. Tutto ciò può innescare reazioni irritative o processi infiammatori interni con produzione finale di mal di testa. I sintomi della cefalea sono una risposta di allarme del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona in modo ottimale e un’incendio si è acceso. E la causa di questo incendio può essere anche un problema del rachide cervicale. Più si ignorano i dolori cervicali e si rimanda questa valutazione, e più si favorisce la cronicizzazione dei sintomi e la disabilità correlata. Soprattutto si crea il terreno fertile per aumentare la frequenza della cefalea, la resistenza ai farmaci o peggiorare l’intensità e la durata degli attacchi. La frequenza può variare da una volta l’anno a diversi giorni nella settimana e può durare per mesi o anni. Può emulare attacchi di emicrania senz’aura e per questo una volta veniva definita anche “Emicrania Cervicale”. In caso di traumi cervicali o alla testa la frequenza può essere quotidiana e continua per settimane. In caso di comorbidità con l’emicrania senz’aura o la cefalea di tipo tensivo, la cefalea cervicogenica può facilitare la comparsa degli attacchi e peggiorarli aumentando l’intensità e la durata, la disabilità nonché la resistenza ai farmaci. La cefalea cervicogenica è una condizione clinica facilmente gestibile e con ottimi risultati. La terapia è esclusivamente di tipo non-farmacologico si basa su: tecniche manuali di manipolazione o mobilizzazione della colonna vertebrale cervicale e toracica, per ripristinare e migliorare la mobilità del rachide cervicale e toracico, tecniche manuali sui muscoli per ripristinare e migliorare il tono e l’estensibilità neuro-muscolare, esercizi specifici di coordinazione, di forza e resistenza muscolare, strategie posturali attive. Questi trattamenti vengono effettuati con una cadenza mono o bisettimanale e generalmente nei casi sub-acuti son sufficienti 6-8 trattamenti, mentre nel caso di dolori persistenti (cronici) si può arrivare a più sedute organizzate nel tempo. Queste terapie esclusivamente manuali rivolte alla cervicale e al torace sono in grado di ridurre la frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi in 6-8 settimane con miglioramenti del 50%-70% da subito, una riduzione nell’uso delle medicine fino al 93% fino alla risoluzione completa del 100% nel giro di pochi mesi. Ecco perché la fisioterapia manuale specializzata può e deve essere assolutamente indicata.