L’ Emicrania con Aura (ECA) è una condizione neurologica funzionale: L’ Aura è il termine utilizzato per descrivere specifici sintomi neurologici transitori che anticipano la comparsa dell’emicrania classica e si sviluppano in un arco temporale che va dai 5 ai 60 minuti. Si può anche avere solo l’aura e nessun mal di testa successivo. La frequenza di questo fenomeno e i relativi attacchi possono variare da una volta l’anno a diversi e numerosi episodi nello stesso mese. Circa il 10-30% delle persone con emicrania sperimentano questo tipo di forma. In primis bisogna comprendere che la “causa” dell’emicrania in generale risiede nel substrato neurologico di base della persona affetta. Il sistema nervoso centrale delle persone con una forma di emicrania presenta delle caratteristiche di funzionamento molto particolari e questo è dovuto in parte alla genetica, in parte alle caratteristiche personali, nonché all’ ambiente e allo stile di vita. Chi soffre di emicrania ha una soglia di irritazione e di tolleranza più bassa verso gli stimoli della vita in generale e di conseguenza ha più difficoltà a rispondere in modo adattivo alle variazioni fisiologiche ed emozionali dell’omeostasi quotidiana. Le cellule nervose delle persone con emicrania sono per natura più attente (ipervigili), più recettive e sensibili. Nei momenti di squilibrio omeostatico possono tendere, infatti, ad interpretare in modo amplificato o esagerato gli stimoli ricevuti (anche se sono “normali” e “innocui”) e di conseguenza possono irritarsi più facilmente e più velocemente. Dopo questa irritazione iniziale possono “sensibilizzarsi”, cioè, diventare ipersensibili. In questa condizione, l’interpretazione degli stimoli successivi viene ancor più amplificata e anche distorta provocando l’attivazione di meccanismi “protettivi” che fanno precipitare l’attacco di cefalea. Oggi si parla di cervello emicranico come di un “super-cervello”, con un metabolismo accelerato e alterato, e circuiti neuronali sviluppati in senso pro-nocicettivo per finalità evolutive. Un cervello iper-attento e vigile, che capta tutto e non filtra nulla, sempre pronto all’azione e iperattivo, dunque facilmente e velocemente “stressabile” in eccesso. Nelle persone con emicrania, tutto ciò che può essere interpretato come un pericolo o può determinare un’esperienza dolorosa, può di fatto agire da fattore scatenante per un attacco. Il mal di testa è il sintomo, è la sirena d’allarme che suona quando la fiamma si è appena accesa o quando l’incendio (infiammazione nervosa) è ormai divampato. Nel caso dell’Emicrania con Aura, l’incendio del mal di testa è preceduto da un complesso di sintomi neurologici principalmente visivi: l’Aura appunto. L’ Aura è il risultato della cosiddetta Cortical Spreading Depression (CSD). Con questa espressione si intende un disturbo locale delle funzioni corticali caratterizzato da una soppressione temporanea (“suppression”) dell’attività elettrica spontanea corticale (“cortical”) che coinvolge dinamicamente e lentamente (“spreading”) il cervello. Alla base di questa CSD ci sarebbero anomalie genetiche e alterazioni dell’omeostasi biochimica delle cellule corticali, la cui complessa regolazione e il cui mantenimento sono fondamentali per la normale e corretta attività elettrica cerebrale. Quando gli equilibri omeostatici tra le pompe ioniche di potassio, sodio e calcio si alterano, si crea dapprima un’onda di breve e intensa eccitazione (soprattutto della corteccia visiva) seguita da una inibizione dell’attività neuronale che dura circa 15-30 minuti e che si propaga alla velocità di 2-6mm al minuto lungo tutta la corteccia. Questo fenomeno neuronale può andare a irritare i nocicettori meningeali e il complesso trigemino-vascolare innescando l’infiammazione neurogenica sterile alla base del mal di testa successivo. Quando ciò accade abbiamo l’attacco di emicrania con aura vero e proprio, oppure possiamo avere la “tipica aura senza mal di testa”. Non c’è una lesione o un danno in testa, ma ci sono tanti fattori che da soli o insieme possono stressare eccessivamente il sistema nervoso e favorire l’azione di altri fattori che determinano questa “depressione funzionale transitoria” in determinati momenti di squilibrio e contesti stressanti. I principali fattori irritativi da indagare sempre per l’emicrania sono: i disturbi del sonno, scarsa o errata alimentazione (assunzione eccessiva di zuccheri, di prodotti industrializzati o chimicamente pro-infiammatori), i disordini muscolo-scheletrici cervicali o mandibolari (che sono presenti in ben oltre il 70% dei pazienti), gli stress psico-emotivi eccessivi, lo stile di vita e i farmaci (uso eccessivo o sregolato), altre patologie in comorbidità (in particolare nervose, metaboliche o cardiovascolari). L’Emicrania con Aura presenta sintomi caratteristici. L’aura dura 5-60 minuti, in media 20 minuti, e viene seguita da un mal di testa molto intenso che ha le caratteristiche dell’emicrania classica. I sintomi premonitori o “d’allarme” (prodromi) che spesso anticipano di qualche ora o giorno l’attacco e vengono confusi e riportati come aura sono: fatica e difficoltà di concentrazione, rigidità cervicale, sensibilità agli stimoli luminosi e ai rumori, nausea, visione offuscata, sbadigli frequenti e pallore. I disturbi neurologici visivi son quelli che caratterizzano maggiormente l’aura e interessano circa il 90% delle persone affette e consistono in: linee zig-zag vicino il punto di fissazione, spots / punti neri nel campo visivo, spots / punti colorati, stelline o scintille, luci lampeggianti, visione a tunnel, cecità temporanea. Altri disturbi sono: intorpidimento, torpore, formicolio, sensazione di “aghi e spilli” nelle braccia o nelle gambe, debolezza di una parte del corpo, capogiri o sensazione tipo vertigine, disturbi del linguaggio o dell’udito, paura, confusione, perdita di memoria, paralisi parziali o svenimento. Quando l’Aura include deficit motori allora si parla di Emicrania Emiplegica (codice 1.2.3). I disordini e dolori cervicali sono spesso in comorbidità, cioè, sono co-presenti all’emicrania. È stato osservato che il 70%-90% delle persone con emicrania presenta problemi cervicali prima, durante o dopo gli attacchi. Purtroppo, questa verità viene spesso ignorata o considerata solo come “conseguenza”, cioè il dolore cervicale è solo un sintomo dell’emicrania stessa. Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè, il collo – e verificare il suo ruolo e la sua influenza sulla cefalea del paziente. In questo modo si perde una fondamentale occasione di miglioramento soprattutto perché recenti studi hanno dimostrato che in alcune persone con emicrania, la presenza di problemi cervicali rappresenta un fattore irritativo e provocativo per lo sviluppo o mantenimento della condizione neurologica. Esistono delle connessioni nervose peculiari tra i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale superiore e la testa, e i disordini cervicali sono in grado di stressare in modo eccessivo il sistema nervoso centrale e favorirne l’irritazione e l’ipersensibilizzazione. Significa che il sistema nervoso di una persona con emicrania, già per natura più sensibile, può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali. La conseguenza è che diventa più facile per il cervello interpretare in maniera esagerata o anomala ogni stimolo nuovo o successivo (anche se neutrale o innocuo) e innescare reazioni che producono l’esperienza dolorosa del mal di testa. I sintomi dell’emicrania sono la risposta di allarme e protezione del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona più in modo ottimale e un incendio si è acceso. E la causa “periferica” di questo incendio può essere un problema del rachide cervicale. Inoltre, i disordini cervicali possono produrre e riferire dolori e altri sintomi sulla testa, simulando delle vere e proprie emicranie o cefalee di tipo tensivo che possono essere mal interpretate e diagnosticate (soprattutto se non si eseguono test manuali sul paziente). Allo stesso tempo può beneficiare di una valutazione muscolo-scheletrica con un fisioterapista esperto in cefalee nonché di una valutazione con nutrizionista e/o psicologo.