L’ Emicrania Senza Aura (ESA) è un disordine neurologico funzionale, non una malattia ma una cefalea specifica, cioè una condizione neurologica: primaria o “sine materia” nel senso che non ci sono agenti patogeni specifici causativi. La “causa” dell’emicrania senza aura risiede nel substrato neurologico di base della persona affetta. Il sistema nervoso centrale delle persone con emicrania senz’aura presenta delle caratteristiche di funzionamento molto particolari e questo è dovuto in parte alla genetica, in parte alle caratteristiche personali, nonché all’ ambiente e allo stile di vita. Chi soffre di emicrania ha una soglia di irritazione e di tolleranza più bassa verso gli stimoli della vita in generale e di conseguenza ha più difficoltà a rispondere in modo adattivo alle variazioni fisiologiche ed emozionali dell’omeostasi quotidiana. Le cellule nervose delle persone con emicrania sono per natura più attente (ipervigili), più recettive e sensibili. Ma soprattutto sono naturalmente iper-reattive (“hyperresponsive”). Nei momenti di squilibrio omeostatico possono tendere, infatti, ad interpretare in modo amplificato o esagerato gli stimoli ricevuti (anche se sono “normali” e “innocui”) e di conseguenza possono irritarsi più facilmente e più velocemente. Dopo questa irritazione iniziale possono “sensibilizzarsi”, cioè, diventare ipersensibili. In questa condizione, l’interpretazione degli stimoli successivi viene ancor più amplificata e anche distorta provocando l’attivazione di meccanismi “protettivi” che fanno precipitare l’attacco di cefalea. Oggi si parla di cervello emicranico come di un “super-cervello”, con un metabolismo accelerato e alterato, e circuiti neuronali sviluppati in senso pro-nocicettivo per finalità evolutive. Un cervello iper-attento e vigile, che capta tutto e non filtra nulla, sempre pronto all’azione e iperreattivo, dunque facilmente e velocemente “stressabile” in eccesso. Nelle persone con emicrania, tutto ciò che può essere interpretato come un pericolo o può determinare un’esperienza dolorosa, può di fatto agire da fattore scatenante per un attacco. Il mal di testa è il sintomo, è la sirena d’allarme che suona quando la fiamma si è appena accesa o quando l’incendio (infiammazione nervosa) è ormai divampato. Non c’è una lesione o un danno in testa, ma ci sono tanti fattori che da soli o insieme possono stressare eccessivamente il sistema nervoso e favorire l’azione di altri fattori che determinano questo incendio in determinati momenti di squilibrio e contesti stressanti. I principali fattori irritativi da indagare sempre per l’emicrania senz’aura sono: i disturbi del sonno, scarsa o errata alimentazione (assunzione eccessiva di zuccheri, di prodotti industrializzati o chimicamente pro-infiamamtori), i disordini muscolo-scheletrici cervicali o mandibolari (che sono presenti in ben oltre il 70% dei pazienti), gli stress psico-emotivi eccessivi, lo stile di vita e i farmaci (uso eccessivo o sregolato), altre patologie in comorbidità (in particolare nervose, metaboliche o cardiovascolari). La WHO Organizzazione Mondiale della Salute ha riconosciuto all’emicrania lo stesso livello di gravità della demenza, quadriplegia, e psicosi acute.  L’Emicrania senz’aura presenta sintomi caratteristici ma non esclusivi: gli attacchi di emicrania senza aura durano 4-72h quando non vengono trattati o sono trattati con insuccesso. Il mal di testa è generalmente unilaterale, cioè, colpisce un solo lato ma può alternarsi tra un episodio e un altro o durante lo stesso attacco. Il dolore è di tipo pulsante e viene peggiorato dall’attività fisica di routine (camminare, salire le scale). Altre descrizioni tipiche sono: chiodo fisso nell’occhio, un punteruolo in testa o nella tempia, un martello continuo. Durante un attacco di emicrania le abilità di fare attività si riducono o si azzerano. L’intensità degli attacchi va da moderata a severa. Si ha nausea (circa il 90% delle persone affette) o vomito (il 30%) e altri dolori diffusi. Si diventa molto sensibili agli stimoli luminosi, ai rumori e agli odori (circa il 75% dei casi) che erroneamente vengono considerati fattori trigger. La frequenza può variare da una volta l’anno a più di 15 attacchi al mese o diversi giorni a settimana, per mesi o anni. Si definisce Emicrania senz’aura Episodica Frequente (che è la più diffusa), quella forma caratterizzata da 2 fino a 15 attacchi al mese, per almeno 3 mesi consecutivi. La prevalenza dell’emicrania senz’aura si attesta intorno al 15% della popolazione mondiale. Le donne sono più colpite degli uomini (3:1). Il 70-90% delle persone con emicrania rientrano in questo gruppo. In Italia sono più di 6 milioni a soffrirne, di cui circa un milione con emicrania cronica. Il ruolo del rachide cervicale dei disordini e dolori cervicali sono spesso in comorbidità, cioè, sono co-presenti all’emicrania. È stato osservato che il 70%-90% delle persone con emicrania presenta problemi cervicali prima, durante o dopo gli attacchi. Purtroppo, questa verità viene spesso ignorata o considerata solo come “conseguenza”, cioè il dolore cervicale è solo un sintomo dell’emicrania stessa. Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè, il collo – e verificare il suo ruolo e la sua influenza sulla cefalea del paziente. In questo modo si perde una fondamentale occasione di miglioramento soprattutto perché recenti studi hanno dimostrato che in alcune persone con emicrania, la presenza di problemi cervicali rappresenta un fattore irritativo e provocativo per lo sviluppo o mantenimento della condizione neurologica. Esistono delle connessioni nervose peculiari tra i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale superiore e la testa, e i disordini cervicali sono in grado di stressare in modo eccessivo il sistema nervoso centrale e favorirne l’irritazione e l’ipersensibilizzazione. Significa che il sistema nervoso di una persona con emicrania, già per natura più sensibile, può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali. La conseguenza è che diventa più facile per il cervello interpretare in maniera esagerata o anomala ogni stimolo nuovo o successivo (anche se neutrale o innocuo) e innescare reazioni che producono l’esperienza dolorosa del mal di testa. I sintomi dell’emicrania sono la risposta di allarme e protezione del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona più in modo ottimale e un incendio si è acceso. E la causa “periferica” di questo incendio può essere un problema del rachide cervicale. Inoltre, i disordini cervicali possono produrre e riferire dolori e altri sintomi sulla testa, simulando delle vere e proprie emicranie o cefalee di tipo tensivo che possono essere mal interpretate e diagnosticate (soprattutto se non si eseguono test manuali sul paziente). Le forme di “probabile emicrania” – cioè, quelle in cui manca almeno un criterio diagnostico specifico – sono numerose e sotto-diagnosticate e possono in realtà essere forme di cefalea di origine cervicale in comorbidità (cefalea cervicogenica o cefalea miofasciale cervicale). Non solo, ma anche i disordini delle articolazioni e dei muscoli cranio-mandibolari possono avere lo stesso ruolo provocativo. Per questo motivo ogni persona che soffre di emicrania ha il diritto e deve ricevere un’accurata valutazione della funzionalità del rachide cervicale soprattutto quando lamenta dolori e rigidità del collo giorni prima degli attacchi di cefalea. Risolvere i disordini cervicali latenti e co-presenti può migliorare notevolmente l’andamento dell’emicrania e ridurre il rischio di cronicizzazione. Un attacco di emicrania senz’aura tipico si sviluppa in 3 fasi ben distinte: la fase prodromica caratterizzata da segni o sintomi premonitori (la paziente riferisce rigidità cervicale, pesantezza, stanchezza, alterazioni della vista) la fase del mal di testa, la fase post attacco. L’Emicrania senz’aura è un disordine neurologico complesso, ciclico e ricorrente che necessita in primis la visita con un medico neurologo esperto in cefalee. Allo stesso tempo può beneficiare di una valutazione muscolo-scheletrica con un fisioterapista esperto in cefalee nonché di una valutazione con nutrizionista e/o psicologo. Esiste una nuova e aggiornata versione del sistema Internazionale di Classificazione dei Disordini con Mal di Testa – ICHD-3 che mette a disposizione dei clinici i criteri essenziali per fare diagnosi di una forma di cefalea. Una persona può ricevere una o più diagnosi. Infatti, in base ai sintomi, alla storia personale, alla familiarità e ad altre patologie in atto, in una persona si possono differenziare forme diverse di cefalea.