Si tratta di un’infiammazione di una o più borse (sacche di liquido sinoviale) che si trovano in prossimità del grande trocantere, una prominenza ossea situata sotto il collo del femore. Ad oggi le cause non sono ancora ben chiare, sicuramente dei microtraumi ripetuti nel tempo e dei problemi funzionali sono tra i primi fattori di rischio. I tempi di recupero sono relativamente brevi, le condizioni più gravi possono raggiungere i 30 giorni e quasi mai è necessario l’intervento chirurgico. In alcuni casi la borsa sinoviale si gonfia, e l’ortopedico preferisce aspirare il liquido in eccesso. Il gonfiore locale, il dolore alla palpazione e talvolta anche durante il movimento sono i sintomi principali di questa condizione. La borsite trocanterica è un problema infiammatorio della regione dell’anca, che provoca principalmente dolore nella regione laterale della coscia. Più precisamente è l’infiammazione della borsa sinoviale che si trova in prossimità del grande trocantere. Il Paziente riferisce un dolore nell’anca che spesso si irradia in basso sulla regione laterale della coscia e della gamba. Il dolore si accentua nel camminare a lungo, nel salire e scendere le scale e durante la notte quando il Paziente dorme girato sul lato affetto, oppure durante i primi passi non appena ci si alza da una sedia, quando ci si accovaccia o si sta seduti con le gambe incrociate. Non è infrequente che, nei casi cronicizzati, si sovrapponga una sensazione di scatto occasionale o ricorrente. Le cause sono diverse, come un trauma, dei microtraumi, squilibri muscolari e anatomici, allenamento errato, sedentarietà ecc.. Per la diagnosi ci si deve rivolgere al medico specialista o ad un fisioterapista. La diagnosi è clinica e si fa con l’esame obiettivo. Il Paziente viene visitato dapprima in posizione supina per valutare l’articolarità dell’anca. Un’articolarità limitata e dolore all’intrarotazione con anca flessa a 90° fanno sospettare una coxartrosi. Il dolore in extrarotazione ed anca flessa in regione posterolaterale è tipico della borsite trocanterica. Nei casi di borsite trocanterica il dolore posterolaterale si accentua se l’arto extrarotato viene portato in adduzione. L’esame clinico continua con il Paziente posto in posizione laterale. Per prima cosa l’esaminatore solleva l’arto in abduzione e, una volta ottenuto il rilascio muscolare, palpa la regione trocanterica che appare estremamente dolente soprattutto nella regione posteriore del trocantere in caso di borsite. Gli studi per immagini sono raramente necessari per confermare la diagnosi di borsite trocanterica, però sono di valido aiuto nella diagnosi differenziale. La borsite trocanterica può colpire qualsiasi individuo nell’arco della sua vita. Esiste però una prevalenza di questa sintomatologia nelle donne tra i 50 ed i 70 anni, nelle persone in sovrappeso e nei giovani sportivi di sesso maschile. La borsite è relativamente frequente a causa di stress ripetitivo soprattutto nei corridori e nei ciclisti. Le cause della trocanterite possono includere:

Infortuni, come cadute sul fianco a livello dell’anca.

Movimenti ripetitivi che interessano l’articolazione dell’anca come correre e camminare.

Pressione eccessiva o prolungata nell’area dell’anca.

La presenza di impianti o tessuto cicatriziale nel distretto dell’anca (per esempio, in seguito ad intervento chirurgico nel distretto dell’anca).

Come si tratta la borsite trocanterica?

In qualche caso, la trocanterite può regredire autonomamente. Più frequentemente, il dolore può perdurare da alcune settimane a diversi mesi. Diminuire l’attività fisica come correre o camminare per lungo tempo può facilitare il processo di guarigione. Inoltre, al fine di ridurre il dolore, può essere utile:

L’applicazione di ghiaccio locale a più riprese durante l’arco della giornata per 10/20 minuti a volta.

L’assunzione di FANS o di paracetamolo.

Il calo ponderale, nel caso si sia in sovrappeso. Il cosiddetto “approccio conservativo” rappresenta una scelta assai efficace per la maggior parte dei casi di trocanterite. Dal punto di vista riabilitativo vengono utilizzate:

Ultrasuoni, Laserterapia e Tecarterapia per ridurre dolore e infiammazione. Terapie manuali mirate a ridurre gli squilibri muscolari e a migliorare e ripristinare il movimento fisiologico favorendo i processi antinfiammatori. Esercizi di potenziamento muscolare i quali hanno come scopo di risolvere lo squilibrio tra flessori ed estensori e rotatori interni ed esterni. Questo perché la flessione e l’estensione sono i più comuni movimenti dell’ anca ma durante questi movimenti si ha bisogno che gli altri muscoli mantengano stabile l’ articolazione.